Nella foto, Luigi De Magistris sullo sfondo del logo Idv: “Dalla parte dei cittadini” (?)
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di FRANCO LARATTA*
“Il castello accusatorio è crollato in toto´! A dirlo non è una parte politica. Lo afferma un magistrato, il giudice Abigail Mellace nelle motivazioni della sentenza relativa all´inchiesta “Why not”, la madre di tutte le inchieste, quella che arrivò a Palazzo Chigi quando c´era Prodi, coinvolse Mastella, tanti parlamentari, i vertici di Compagnia delle Opere, imprenditori, professionisti, ecc ecc. Quattro anni di inchiesta, nove milioni di euro il costo, migliaia di persone intercettate, 150 indagati, quasi tutti assolti. Il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, nonostante il flop della sua inchiesta e un durissimo atto di accusa del Csm, diventa europarlamentare di Idv con 400 mila voti di preferenza!! La legislatura prodiana, toccata da Why not nel 2007, ne ebbe uno scossone dal quale non si è mai ripresa.
Ecco quindi cosa è rimasto di una clamorosa inchiesta che ha fatto tremare il Paese e le sue massime istituzioni. Leggendo più attentamente nelle motivazioni della sentenza, si nota che il giudice non esita a definire Why not come una clamorosa operazione mediatica! Come dire: tutto si è celebrato nei media nazionali, sulla stampa e nelle grandi trasmissioni televisive. Un processo mediatico quindi, un reality giudiziario che è stato seguito e sostenuto da milioni di spettatori, tutti convinti della colpevolezza dei 150 indagati eccellenti.
La madre di tutte le inchieste avrebbe dovuto portare a galla una serie di truffe legate all´utilizzo dei fondi comunitari e dei fondi regionali. Da qui sarebbero poi venute a galla una clamorosa corruzione, uno sfacciato clientelismo e un giro di affari messo in atto da imprenditori senza scrupoli d´intesa con dirigenti e amministratori regionali. E da qui, a cascata, decine di altri reati che partendo dal più oscuro consigliere comunale o sindaco di città, ha toccato i palazzi del potere. Ovviamente non sono mancati gli aspetti più tragicomici: poteri occulti e logge massoniche in primis. Qualcuno ricorderà la Loggia di San Marino che presentata, Urbi et Orbi, come la cassaforte di Why not, alla fine è risultata… mai esistita!
Quattro anni di indagini sempre in prima pagina di giornali e Tg, una spallata al Potere e alle Istituzioni, gravi conseguenze per imprenditori coinvolti e professionisti messi alla berlina, per non parlare del fango lanciato su tutti i politici coinvolti (Tonino Acri, amatissimo presidente della Provincia di Cosenza, ne fu così tanto colpito che si ammalò gravemente per poi morire! Poco prima era stato del tutto scagionato dalla gravissime accuse). Ma per il Gup Mellace «l´ipotesi investigativa non ha trovato alcun conforto probatorio essendo stata sconfessata già nella fase delle indagini preliminari». Come dire, sin dal primo momento non si evidenziava alcuna traccia di reato…!
Venuta meno l´associazione a delinquere, di quell´inchiesta che ha fatto tremare il Paese non è rimasto praticamente nulla, solo le ceneri di attività imprenditoriali distrutte, di persone diffamate, di famiglie colpite psicologicamente ed economicamente. Un´indagine che si è basata sul nulla ed è andata avanti senza alcun fondamento.
E le migliaia di intercettazioni telefoniche, durate per anni? La sentenza del giudice Mellace recita così: «…non forniscono alcuna prova dell´esistenza del sodalizio descritto (associazione a delinquere) non ricavandosi dai colloqui intercettati la dimostrazione degli elementi costitutivi oggettivi di una qualsivoglia associazione».
E la testimone chiave, Teresa Merante, sulle cui dichiarazioni si è fondata gran parte dell´inchiesta? Il giudice Mellace dice di lei: «Le sue dichiarazioni sono state ritenute inattendibili, non solo in quanto intrinsecamente incredibili, ma perché smentite dagli esiti delle attività investigative di riscontro compiute dagli inquirenti».
Della madre di tutte le inchieste sono usciti sconfitti un po´ tutti:
- la magistratura: lacerata e distrutta da una guerra intestina che fa vittime ancora oggi;
- la grande informazione: quella che celebra i processi negli studi tv ed emette sentenze sommarie di condanna senza alcuna possibilità di contraddittorio e di appello;
- la buona fede dei cittadini: convinti che da quella inchiesta sarebbe venuto fuori tutto il marcio e la corruzione di cui erano piene (e lo sono ancora oggi) le istituzioni e la politica.
Mentre con Why not subisce un durissimo colpo la giustizia e le sue espressioni dirette, molti corrotti e corruttori sguazzano liberi per i palazzi e le stanze del potere. I cittadini avranno meno voglia di impegnarsi, forse nessuno se la sentirà più di combattere appassionarsi per affermare i principi di legalità e trasparenza.
FRANCO LARATTA*
*Deputato del Partito Democratico